Dreaming the magic light.
Il titolo è strano lo so, ma credetemi se vi dico che non sono ancora del tutto impazzita (forse). Sono solo innamorata.
Se vi state chiedendo se ho una nuova fiamma no, sono fedele come uno di quei teneri uccellini che si chiamano inseparabili. Sono innamorata della luce, e sono innamorata delle sensazioni tutte nuove che sto provando in questo ultimo periodo.
Mi sono riscoperta, fotograficamente ed emotivamente parlando, e inizio finalmente a vedere questa evoluzione nei miei scatti e, soprattutto, nel modo in cui ho iniziato ad osservare la luce.
Per tanto tempo non ho fatto che lamentarmi della pessima luce ambiente del mio studio. Sognavo uno studio con grandissime e bellissime finestre, e l’unica cosa che ero in grado di fare era lamentarmi dei vetri a specchio, del fatto che fossero quadrate ecc… ecc…
Poi ho iniziato a vedere il bicchiere non più mezzo vuoto ma sempre mezzo pieno. Ok, la luce non è un granché, ma c’è! Peggio sarebbe stato se mi fossi trovata in uno scantinato buio pesto, no? E così ho iniziato a studiarla, osservandone il comportamento a tutte le ore del giorno, in tutte le stagioni, in giornate di sole e di pioggia… sono una testona pessimista, ma alla fine sono arrivata a capire che era inutile lamentarsi, se non potevo avere la luce dei miei sogni allora dovevo essere io ad adattarmi a lei!
La soluzione era proprio sotto il mio naso e io, tutta presa dal lamentarmi, non riuscivo a vederla.
Ora, finalmente, so come “domare” la luce ambiente nel mio studio e sono felice.
Perché vi racconto tutta questa storiella? Perché per me è stata anche un’esperienza di vita, è stato qualcosa che mi ha spinto a trovare una soluzione ad un problema che altrimenti non avrei mai potuto risolvere, d’altronde non potevo di certo rifare tutte le finestre dello studio no?
E poi che altro devo dirvi, io di questi scatti sono innamorata anche perché sotto quella splendida luce pomeridiana c’era Dolly Lamour. E quanto c’è lei è tutto magico.